L’Internet of things assume molteplici forme, sia dal punto di vista tecnologico (si pensi all’infinità di sensoristica a disposizione) che ovviamente lato business. Queste numerose combinazioni, che spesso portano a dei veri e proprio vicoli ciechi da un punto di vista della sostenibilità dei progetti, fanno sorgere una spontanea domanda: in quale situazione un’iniezione di tecnologia IoT in una realtà industriale rende una linea di business veramente più efficiente e profittevole? Il caso dei magazzini ricambi fornisce una risposta virtuosa a tale domanda.
Il contesto
Ho avuto modo di lavorare, grazie anche alla collaborazione dei nostri partners specializzati nel mondo delle tecnologie IoT, ad un caso concreto legato ad una PMI con forte profilo internazionale interessata a velocizzare i processi di preparazione degli ordini legati ai ricambi di magazzino.
La PMI in questione, producendo impianti di lavorazione delle materie prime, riscontrava la necessità di spedire, ad ogni ordine riferito al magazzino ricambi, una notevole quantità di items molto diversi tra loro sia per dimensione che per costo unitario. Il risultato di tale processo di evasione degli ordini subiva la problematica di un elevato tempo necessario tra la ricezione dell’ordine e la spedizione fisica della merce dovuta essenzialmente a due processi:
- reperimento degli items dell’ordine di ricambistica (fino a 200 pezzi per ordine)
- compilazione del Documento Di Trasporto con relativo aggiornamento dello stock di magazzino
Questi processi, se si considerano l’elevato numero di items da dover gestire, eseguiti in fasi disgiunte e consequenziali risultavano fortemente time consuming: il risultato evidente era un tempo medio di evasione di un ordine decisamente elevato.
La tematica del contesto nella quale operare una scelta di implementazione di una tecnologia che possa, in modo semplice ed immediato, velocizzare alcuni processi molto banali e ripetitivi, deve solitamente rispondere a alcune semplici domande, tra le quali:
- perché è utile velocizzare questo processo?
- come si quantifica il guadagno ottenuto?
- perché iniziare l’implementazione in un magazzino ricambi (e non in altre aree apparentemente più critiche)?
Senza volermi dilungare troppo in un’analisi a 360° dei pro e contro (tecnici e di business) del perché questo tipo di progetto possa risultare un’opportunità utile ed invitante, basti pensare che:
- la velocità è una componente fondamentale qualora si debba evadere un ordine di pezzi di ricambio, in quanto molto spesso devono sostituire componentistica deteriorata che non permette il corretto funzionamento degli impianti all’interno dei quali andranno installati
- Il guadagno ottenuto (lo si vedrà esposto anche in seguito) è misurabile con modelli di calcolo legati ad opportunità di aumento del volume di fatturato correlato all’aumento della capacità di evasione degli ordini
- Il magazzino ricambi è (solitamente, anche in questo caso non ci sono regole universali) costituito da prodotti ad alto (talvolta altissimo) margine se comparati ai medesimi componenti utilizzati per l’assemblaggio di un qualsiasi prodotto finito
La tecnologia
La tecnologia, come mi è capitato spesso di commentare in passato, deve possedere le seguenti caratteristiche di base:
- essere (iper) semplice
- avere bassa intrusività nei processi aziendali (tradotto: non deve esserci sforzo alcuno, o comunque minimo, nell’utilizzo della tecnologia)
- avere un costo (comprato all’opportunità di business) possibilmente calcolabile a priori e, naturalmente, in ogni caso ragionevole
Nello specifico di questo progetto, in completa aderenza con le caratteristiche di cui sopra, si è deciso di utilizzare la tecnologia NFC quale «barcode smart» per l’individuazione dell’item di ricambio. Più in dettaglio, si considera il seguente setup di base:
- chip NFC posizionati sugli scaffali di magazzino accanto ad ogni item, ogni chip NFC viene programmato con l’identificativo dell’oggetto che intende rappresentare
- operatori di magazzino dotati di smartphone (anche al polso per comodità)
Questa configurazione ha permesso agli operatori, in maniera del tutto semplice, affidabile, e poco intrusiva, avvicinandosi all’item da prelevare (automaticamente riconosciuto dal chip NFC) di selezionare dallo smartphone la quantità prelevata inviando direttamente tramite Wi-Fi l’informazione al database di magazzino, aggiornare in tempo reale lo stock e compilare automaticamente il DDT dell’ordine. Tre operazioni condensate in un’unica (necessaria) attività: il pick up della merce dagli scaffali di magazzino.
L’opportunità di business
Si parlava prima di poter rispondere ad una domanda (tante volte l’unica domanda che conta): come si quantifica a priori, considerando costi e sforzo di introduzione della tecnologia, il guadagno economico per il business?
In un contesto chiaro e definito da un punto di vista delle metriche si è potuto constatare, ed in seguito verificare sul campo una volta applicata la tecnologia, che l’opportunità di business legata ad una riduzione dei tempi di evasione ordini del 30% corrispondesse ad un +37% di margine totale dovuto alla sola attività del magazzino ricambi (margine assoluto sul venduto in aumento di 750k€).
La situazione precedentemente descritta considera ovviamente di poter avere (come era il caso dell’azienda in questione) la possibilità di aumentare i fatturati, dal momento che, nella situazione precedente l’utilizzo della tecnologia, non c’era capacità sufficiente in azienda a soddisfare per tempo tutte le richieste di ricambi.
Diverse sono dunque le possibilità offerte da tecnologie molto semplici nella loro natura tecnica ma estremamente efficaci qualora si abbia la possibilità di individuare una caso specifico di interesse e si possa stimarne a priori (per voi verificare a posteriori) l’impatto sul business, l’esempio sopra riportato ne costituisce un caso tra tanti particolarmente qualificante.