Boom d’investimenti da parte degli operatori di Venture Capital nazionali e internazionali verso iniziative di startup made in Italy. I numeri sono ancora molto lontani dalla media europea, tuttavia la crescita è promettente e a beneficiarne sarà l’intero comparto legato all’innovazione digitale, dalle startup agli incubatori a tutta la filiera.
Un 2018 interessante per le startup italiane1: 603 milioni investiti, rispetto ai 235 dell’anno precedente. Una crescita del 157%, il tutto con un numero di deal equivalenti (276 contro i 288) quindi con investimenti più importanti verso la singola company. È quanto emerso da ScaleIt, piattaforma che mette in connessione le new-co italiane con gli investitori nazionali e internazionali.
I dati del primo trimestre 2019 sono altrettanto incoraggianti: 133 i milioni raccolti nell’aggregato tra round per startup, exit ed equity crowdfunding. Basti pensare al differenziale 2018 dello stesso periodo, con una raccolta totale ferma a 27 milioni e numero di deal anche in questo caso del tutto equivalenti (14 contro 16)
Tra le più interessanti operazioni dello scorso anno primeggia Prima assicurazioni, insurtech company italiana (con una raccolta da 100 milioni). A seguire Moneyfarm – robo advisory indipendente (46 milioni) e Erydel – azienda del biotech (26,5 milioni).
Emerge un fattore interessante nella crescita del volume per singolo deal: l’interazione tra venture italiani e internazionali. Dimostrazione evidente dell’interessamento degli operatori mondiali verso il prodotto startup a matrice italiana. Nel caso di Prima Assicurazione, ad esempio, figurano tra gli investitori Blackston e Goldman Sachs. Ma non sono gli unici: oltre i 15 associati italiani all’Aifi (Associazione Italiana Private Equity, Venture Capital e Private Debt) Invitalia Ventures Sgr, Lazio Innova, Fondo Italiano di Investimento Sgr, Boost Heroes, Principia Sgr, Primomiglio Sgr, Innogest Sgr, Pa-nakès partners, United Ventures, P101, Oltre Venture, Vertis, Indaco Venture Partners, Sofinnova, 360 Capital Partners (…) e realtà più legate al mondo al mondo dell’incubazione e accelerazione come Digital Magics, LVenture Italian Angel for Growth e HFarm Ventures sono presenti alcuni fondi di Venture Capital stranieri (come BiovedaCapital, Cyber Agent Ventures Japan, Eos Partners, GVA Capital, Intellectual Venture).
I numeri sono interessanti, resta comunque un dato incontrovertibile, l’Italia è fanalino di coda in Europa. Basti pensare che mentre qui in Italia nel 2018 raccoglievamo 603 milioni, nel periodo antecedente (2013-2017) il totale era di 422 milioni mentre in Germania e in Francia si superavano i 4 miliardi d’investimento. Secondo le stime Aifi, visti i dati incoraggianti del 2018/9 si può ambire al raggiungimento del miliardo anche qui in Italia.
Se verranno confermate le prime proiezioni ci si aspetta nel prossimo futuro un’interessante crescita generale di tutta la filiera digital e technology del tessuto imprenditoriale italiano, con evidenti benefici che toccheranno tutto l’ecosistema: da quello delle startup, fino agli incubatori/acceleratori/mondo accademico e tutti gli operatori del filone digital transformation.